La leggenda dei Templari e Acerenza
Quello dei Templari fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi del medioevo.
Nato in Terra Santa al centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche. Guerre scoppiate dopo la prima crociata indetta da papa Urbano II al concilio di Clermont nel 1096. Doveva svolgere la funzione di “protettorato” per i pellegrini che viaggiavano in TerraSanta.
All’epoca infatti era consuetudine credere che le strade della Terra Santa fossero fortemente infestate da predoni e fanatici musulmani, che assalivano e depredavano i pellegrini.
Seppur nel 1099 i cristiani riconquistarono la Terrasanta, l’opinione generale, però, era che la situazione, col tempo, sarebbe peggiorata.
La maggior parte dei cavalieri di ritorno in Europa sarebbe stata attaccata e le esigue milizie cristiane, rimaste nei territori conquistati, si sarebbero dovute arroccare nei pochi centri abitati.
Fu così che nacquero diversi ordini religiosi che si prefissero l’obiettivo di garantire l’incolumità dei devoti.
Solo nel 1302 (con il massacro della guarnigione templare a Ruad) si pose definitivamente fine alle Crociate e all’avventura dei cristiani in Terra Santa.
La ragione stessa dell’esistenza dei Poveri Cavalieri aveva cessato di esistere.
Fu così che nell’anno del Signore 1307 iniziò l’opera di dissoluzione dell’ordine:
“Era l’alba di Venerdì 13 Ottobre…
La preda più ambita del regno era lui, Jacques De Molay, Gran Maestro dei Cavalieri Templari.
Storia e leggenda si intrecciano sulla morte di questo importante e controverso personaggio.
A seguito dell’arresto di 546 Templari (l’ordine esecutivo partì proprio all’alba di Venerdì 13 Ottobre 1307), avvenuto su ordine di Filippo IV Re di Francia (meglio conosciuto come “Il Bello”), fù istituito un processo per eresia che durò ben 7 anni.
Sottoposti a tortura molti dei Cavalieri confessarono le accuse che gli erano mosse. A Jacque De Molay fù data la possibilità di salvarsi, ma egli ritrattò la versione estorta sotto tortura e condannato al rogo.
Il 18 Marzo 1314, all’ora del Vespro, Jacques de Molay e Goffredo Di Charney (precettore di Normandia) salirono sul rogo. Il tutto fù preparato dagli uomini del Re su una piccola isola della Senna.
Si narra che mentre era avvolto dalle fiamme, De Molay scagliò una maledizione sui presenti. “Entro un anno” anche loro sarebbero comparsi davanti al tribunale di Dio.
Effettivamente, che possiate crederci o no, sia Filippo Il Bello che Papa Clemente V morirono nell’arco di un anno.
Le ricchezze dell’Ordine dei Templari passarono in mano al sovrano francese, che poté così spianare i suoi debiti e ridistribuire i compiti del suo regno.
La leggenda dei Templari si intreccia a quella altrettanto famosa del Santo Graal. Di tutti i tesori che possedevano, il Graal sarebbe stato quello custodito a costo della vita.
La leggenda dei Templari e Acerenza
Ed è così che dalla Francia si giunge sino in Italia e in Basilicata, nel piccolo Borgo di Acerenza.
La Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta e San Canio è intrisa di simboli Templari,dalla facciata sino alla cripta.
Sarebbe nascosto proprio nella cripta (restaurata nel 1500), dietro una finestrella murata, il tesoro più famoso di tutti i tempi: il Santo Graal.
Tesoro appartenuto e protetto dai Templari, la cui istituzione, secondo la leggenda, dovrebbe risalire proprio al ritrovamento di questa importantissima reliquia.
Che ci sia un tesoro oppure no, l’imponente Cattedrale (può ospitare fino a 1200 fedeli) di Acerenza merita una visita almeno una volta nella vita.
Per ammirare così un patrimonio artistico e culturale presente nella nostra regione e che non ha nulla da invidiare a molti altri luoghi del mondo.
Di seguito alcune foto
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