L’incoronazione di Federico II e lo Stupor Mundi
Oggi 18 Maggio, dell’anno domini 1198, alla tenera età di 4 anni, Federico II di Svevia, della casata degli Hohenstaufen, è incoronato Re di Sicilia.
Era solo un bambino quando suo padre morì nel 1197 e certo non poté immaginare il futuro radioso che lo attendeva.
Il nome lo aveva ereditato dal nonno, Federico Barbarossa, ad indicare che sarebbe stato lui l’erede e futura guida dei popoli germanici.
Quel giorno di Maggio (Domenica di Pentecoste), nella Cattedrale di Palermo, si tenne una sfarzosa cerimonia alla presenza degli arcivescovi del Regno.
A pochi mesi dalla morte del marito, Costanza D’Altavilla incoronò il suo stesso figlio (con tutti i titoli del sovrani normanni), come Re di Sicilia.
Per Palermo iniziò un periodo di grandi speranze.
Costanza, inoltre, consapevole della sua morte, scrisse personalmente al Papa (suo nemico) accettando molte condizioni favorevoli al Pontefice pur di assicurarsi che il Re bambino fosse affidato alla tutela papale (come avvenne).
Federico crebbe in una Palermo che aveva il volto di una metropoli internazionale, ricca di occasioni, traffici, incontri e anche pericoli.
L’incoronazione di Federico II e lo Stupor Mundi
Una città dove i Normanni erano stati sterminati dal padre svevo e gli Svevi scacciati dalla madre normanna.
L’intenzione del suo tutore, Innocenzo III, era di tenere il sovrano quanto più possibile lontano dal trono imperiale.
Cosa che però non avvenne.
La Storia prese altre strade: tutte tracciate dal momento dell’incoronazione.
Divenne Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Gerusalemme.
Per molti era l’Anticristo e per altri il Messia venuto a riportare l’ordine sulla terra.
Ma in fondo sarà sempre lo Stupor Mundi: l’Imperatore Normanno-Svevo che incantò il mondo.
Colui che regalò alla città di Melfi l’immortalità, promulgando nell’Agosto 1231 il famoso Liber Augustalis (meglio note come Costituzioni di Melfi).
In foto la statua dedicata al sovrano, presente presso l’ex municipio di Melfi in Piazza Umberto I
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