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Melfi: la Madonna di Loreto visita la città

La Madonna di Loreto a Melfi

Mercoledí 24 Febbraio 2021, la Città di Melfi ha accolto con gioia l’arrivo dell’effige sacra della Madonna Di Loreto.

La visita fa parte delle iniziative del Giubileo Lauretano, concesso da Papa Francesco in occasione del centenario della proclamazione della Madonna di Loreto come patrona dell’Aeronautica Militare.

La sacra effige è portata in pellegrinaggio in varie Diocesi italiane, tra cui quella di Melfi – Rapolla – Venosa.

Al suo arrivo, presso la Cattedrale di Melfi, il Sindaco Livio Valvano ha consegnato le chiavi della città a protezione della stessa.

Subito dopo c’è stata la solenne celebrazione eucaristica e la recita della preghiera dell’aviatore.

Al termine, i saluti delle autorità presenti e lo scambio di doni con il comandante del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare, Colonnello Stefano Castelnuovo.

Per l’occasione le mura millenarie della città hanno indossato il colore azzurro, colore simbolo dell’aeronautica.

La storia della Madonna di Loreto

Come narra la tradizione, agli inizi di Maggio del 1291, con Nazareth e tutta la Palestina sotto il dominio dei Mamelucchi d’Egitto, alcuni angeli prelevarono la Santa Casa di Nazareth, dove visse Gesù e la portarono via in volo.

Il 10 maggio 1291 gli Angeli posarono la Santa Casa a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume).

Furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo però i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori. Così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli la sollevarono di nuovo alzandosi in volo verso le Marche depositandola nei pressi di Ancona. Il luogo è quello in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa-et-ora (fermati e prega).

L’origine del nome “Loreto”

Ci restò per nove mesi. Dopodiché gli angeli la risollevarono di nuovo per posarla nei pressi di Porto Recanati, in località “Banderuola”, dove ancora oggi sorge una chiesetta. Lì c’era un boschetto, proprietà di una nobildonna di Recanati di nome Loreta. I pellegrini dicevano: “Andiamo dalla Madonna di Loreta”, e da tale espressione popolare venne poi dato il nome alla cittadina di Loreto.

È in quel piccolo bosco che — si dice — furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa.

Si trovava però troppo vicino al mare, esposta quindi ai pericoli delle incursioni saracene. Inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli venuti in pellegrinaggio. Perciò, otto mesi più tardi, la Casa venne nuovamente spostata dagli angeli su un terreno di proprietà di due fratelli. Erano i conti Simone e Stefano Rinaldi di Antici, che presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e a contendersi il denaro estorto ai devoti.

E di nuovo, dopo soli quattro mesi, sempre gli angeli sollevarono la casa e la posarono, nel Dicembre del 1294, al centro della strada che da Recanati conduce al porto. Era un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare, sulla cima di una collina (il monte Prodo).

La storia del Santuario inizia proprio il 10 Dicembre 1294. I fedeli sopraelevarono e coprirono la preziosa reliquia da una volta, per poi circondarla da portici, quindi da una chiesetta e infine dall’attuale Basilica.

La consacrazione dell’Arma Aeronautica alla Vergine di Loreto

La tradizione lauretana, relativa al trasporto della casa di Maria, per opera di angeli da Nazareth all’antica Illiria (1291) poi da lì all’antico territorio di Recanati (1294), appariva quanto mai suggestiva per la scelta della Madonna di Loreto quale Patrona chi si muove per le vie dell’aria.

Il rapporto che lega la Madonna di Loreto ed il mondo aeronautico risale ufficialmente al 1920, quando venne proclamata “Aeronautarum Patrona” da Papa Benedetto XV.

La Madonna di Loreto è da allora patrona degli Aviatori.

L’origine dell’effige sacra della Madonna di Loreto

La Vergine Lauretana fin dal secolo XVI è rivestita di un caratteristico manto ingioiellato detto dalmatica.

Si tratta di una Madonna nera: la sua particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto spesso al fumo delle lampade ad olio e delle candele o a cambiamenti chimici subiti dai colori originari. In alcuni casi sono rappresentate appositamente nere, a ispirazione del Cantico dei cantici dove si dice: “Bruna sono, ma bella” e più avanti, rivolgendosi alle amiche: “Non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il sole” (1, 5-6), ed in questo caso il Sole è considerato simboleggiare la figura di Dio.

In origine probabilmente si conservava nella Santa Casa un’icona dipinta della Madonna con il bambino, attribuita a San Luca, apostolo e pittore. La statua più antica di cui si hanno notizie storiche, risale al XIV secolo, anch’essa per tradizione attribuita a San Luca.

L’origine della “veste” della Madonna

La testa della madonna e del bambino erano incoronate con preziose corone auree, cambiate durante i secoli. I corpi erano coperti insieme da una ricca veste decorata, la cosiddetta dalmatica, anch’essa più volte rinnovata.

Nel ‘700 la statua fu trafugata dalle truppe napoleoniche nel 1797 come oggetto delle spoliazioni napoleoniche dello Stato della Chiesa ed esposta in Francia in un museo. Restituita con il Trattato di Tolentino, finì a Roma. Durante questo periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all’originale). Oggi conservato a Cannara e attualmente rimane l’unico esemplare del periodo napoleonico.

La statua originale ritornò nel Santuario con un viaggio da “Madonna pellegrina” di otto giorni, dove giunse a Loreto il 9 Dicembre 1801.

Nel 1921 divampò un furioso incendio all’interno del sacello che incenerì la scultura. Per volere di Papa Pio XI, venne subito scolpita una nuova immagine simile alla precedente, utilizzando il legno di un cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani.

Nel 1922 il papa la incoronò nella Basilica di San Pietro in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto.

Il culto della Santa Casa e della Madonna Nera è vivo in molte altre chiese in tutto il mondo, dove in alcuni casi è presente una replica fedele della costruzione conservata a Loreto.

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

La Madonna di Loreto a Melfi

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